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Ho fiducia del mio dentista di fiducia?

Ho fiducia del mio dentista di fiducia?

Le dinamiche relazional-emotive che si verificano all’interno dello studio dentistico sono numerose e tutte determinanti per stabilire fedeltà terapeutica.

Anche dopo l’acquisizione di un paziente è opportuno proporre ascolto attivo ed essere scrupolosi nell’osservare i segnali inviati dal corpo. Sarebbe un errore imperdonabile abbassare lo standard di una proposta comunicativa ricca di empatia che funge da “carburante” per stabilire Alleanza Terapeutica.

Il paziente che effettua la sua prima visita è, di norma, particolarmente attento e diffidente: non conosce le tariffe, i servizi, lo staff medico, l’ambiente e le sue regole.
Sono probabili richieste di informazioni che portano in seno una certa quota di scetticismo e prudenza.

Il paziente deve valutare se adattarsi e aderire a quell’entourage. I primi interlocutori del paziente devono essere in grado di rappresentare la clinica come un team di persone in grado di prendersi cura delle sue esigenze, di essere il tramite idoneo tra il problema clinico e la sua soluzione.

Accompagnando il paziente durante le delicate fasi di approccio, obiezioni, valutazione, interesse e “prova” si conseguirà quell’ ”adozione” che premetterà al paziente di trovare il partner giusto per ogni richiesta clinica e al medico un paziente in più, per sempre.

Le aspettative del paziente sono sempre più alte, la nostra prestazione empatico-clinica deve essere all’altezza così da produrre soddisfazione duratura nel tempo, passaparola positivo e fatturati crescenti.

La bocca è la porta d’ingresso di ogni uomo, il luogo più intimo e inviolabile. Il medico dovrebbe mantenere la sensibilità che prevede tale “accesso”. Si cura il paziente prima del dente.

Gianni Carmine
Sales Manager & Master Trainer
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